La mia vita da Sex Worker

Distorsioni e Confusione
La parola che mi sono sentita ripetere più spesso da adolescente è stata “Troia”; me lo dicevano i maschi e me lo dicevano anche le femmine, quando indossavo la gonna, quando mettevo il rossetto, quando baciavo chi mi capitava a tiro.
Ne soffrivo e allo stesso tempo c’era qualcos’altro, una vaga sensazione di.. piacere.
Ero distrutta per gli insulti, per le botte e confusa, per il piacere che ne traevo mentre soffrivo.
Guarire con l’arte
Le arti performative, molti anni dopo, mi hanno messa davanti allo specchio del mio mondo interiore: un mondo frantumato in milioni di piccoli pezzi; frammenti di cui ne percepivo il riflesso ma ai quali non sapevo dare collocazione né senso.
Chi sono; cosa significano le cose che provo, così in contrasto con loro?
Perché sentivo così forte le sfregole di eccitazione davanti alla truce violenza, di fronte all’umiliazione, fin da bambina e, allo stesso modo, nello stesso momento, esplosione di rabbia furente, distruttiva.
Mi sono sempre sentita sbagliata, per le mie fantasie, per le mie passioni, senza arrivare a capire perché.
Ero sicura che fossi io, ad essere malata, eppure, il mondo mi sembrava così ingiusto, nel volermi incatenare con le parole; ingiusto nel voler abusare della mia gentilezza, della mia ingenuità e ignoranza.. del mio bisogno di sentirmi parte di qualcosa, di sentirmi importante, apprezzata, riconosciuta.
Davanti allo specchio, mentre mi muovevo impacciata e provando molto imbarazzo, finalmente riuscivo a vedermi.
Stavo guardando negli occhi ciò che io stessa ho racchiuso nella parola “Troia” ed era follia.
Follia familiare, generazionale, sociale; una mano che mi ha tenuta stretta alla gola, con le sue catene di sterili insulti che feriscono più delle lame taglienti; più delle frecce intrise nel veleno della maligna ignoranza, dell’emulazione vuota, colma solo di odio febbrile nei confronti di chi, forse, ha un potere che terrorizza la massa.
Un potere nascosto che implorava e urlava il bisogno di essere riconosciuto e vissuto.

Questo potere me lo sono ripreso, nei lunghi anni a venire e gli ho dato un nuovo nome: “Artisia”.
La dolce sorpresa nel sentire e guardare l’amore fiorire tra le crepe infette di quel liquido nero, che è la fonte dell’odio.
La ricerca sul campo e i risultati
Ero, e sono ancora, divisa in più parti e questa, è la storia di cosa è successo a quella parte di me di nome “Troia”; ciò che gli altri definiscono tale e ciò che invece, per me, è il suo Archetipo Ancestrale, l’ombra ferita e repressa che cerca il suo posto per esprimere se stessa.
In questi lunghi anni ho ricercato, esplorato e vissuto il mondo del Sex Working; ho ricercato, esplorato e vissuto le controversie del piacere e della sua controparte, il dolore nelle molteplici sfumature dell’Eros.
Ho iniziato come Performer e ho intrapreso il mio percorso lungo le pieghe dell’Arte Erotica; ho posato senza veli, ho indossato maschere per spogliarmi delle incomprensioni; ho ballato nei night, ho accompagnato i clienti oltre le tende dei privé.
Ho navigato lungo le acque scure del Fetish, aprendo la mente alle meraviglie del Bdsm, grazie al quale ho conosciuto meglio alcune mie parti.
Ho appreso l’importanza di una sessualità consapevole, formandomi come consulente e ho creato e sviluppato progetti di crescita, unendo le mie conoscenze delle Arti Performative, dell’Eros cosciente e dell’Energetica, dalla pratica Yoga.

Pink & Punk, una pagina di storia
In queste pagine ti racconto di come sono andate le cose; aneddoti, riflessioni, percorsi, con la voglia nel cuore di condividere la mia storia, con chiunque senta il disperato, urgente bisogno di recuperare la verità, la propria essenza, e liberarsi dalle catene di una massa ignorante, tenuta a bada da millenni di provocante illusione.
La nostra sessualità; il potere erotico della creazione, che è in ognuno di noi e che voglio, insieme a voi, liberare, per liberarci dalle convinzioni replicate a memoria, in una memoria di cui non abbiamo nessuna memoria.
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